Vincitrice del Prix Nadar 2020
Non basta andare, occorre tornare e di nuovo ritornare. Muovendo da questa lucida constatazione e attraverso il suo nuovo libro, Flore ci esorta a proseguire il suggestivo viaggio alla ricerca di Marguerite Duras, ritornando nell’ex Indocina Francese, terra natale e d’infanzia della scrittrice, dopo Ricordi lontani. Tra le bronzee pagine, le parole di Duras assumono forme inedite, risuonando in scenari e scorci silenziosi di una natura onnipresente. Luoghi granitici che sfuggono all’erosione del tempo. Luoghi che emanano l’intenso profumo di un passato che permane. Come le parole di Duras, le fotografie di Flore sono istanti durevoli di un presente che evoca assenza. Non descrivono, ci sussurrano.
«La concessione era stata abbandonata, così come le terre della diga, immagini e scritti messi insieme, il libro terminato, esaurito, ristampato, esaurito ancora. Il tempo era passato, tuttavia le parole erano ancora lì, Marguerite ancora presente-assente. Di Duras restava da raccontare la risacca. Questa donna e quest’opera che non smettevano mai di lasciarci. Man mano che la voce si allontanava, riuscivamo a sentire meglio la nostra. Quando l’Indocina è a due generazioni dalla Francia, è una foto di famiglia a fare da segnalibro per il cinema Eden e ciò che spinge verso Saigon sono anche i racconti che hanno stregato l’infanzia. Non era sufficiente andarci, per venirne a capo dovevamo tornarci. E forse ritornarci di nuovo.» — Flore